Mabellini-Postorino

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Tu (non) sei il tuo lavoro
Testo: Rosella Postorino
Regia, luci e spazio scenico: Sandro Mabellini
Interpretazione: Maria Lomurno e Francesco Patanè
Produzione: Accademia Perduta Romagna Teatri
Durata: 1h 15’
Il testo è stato commissionato a Rosella Postorino dal Napoli Teatro Festival

Quello che appare alla luce del bellissimo testo di Rosella è una sorta di nuova forma di teatro greco, fatta di una voce che argomenta e di un’altra che insinua dubbi, riguardo a problemi strettamente legati al vivere contemporaneo. Una voce femminile e una maschile, un Coro e un Corifeo, pongono pubblicamente i problemi del lavoro, dei contratti a progetto, dei master a pagamento, delle ingiustizie sociali. E lo fanno a volte in modo amaro, a volte comico. Una coppia, il nucleo base della società, dibatte sui temi del lavoro che non c’è o che, quando c’è, diventa un’illusione di felicità, perché allontana spesso dalla possibilità di amare, di fare un percorso, di generare un figlio.
Sandro Mabellini

Il Napoli Teatro Festival riserva spesso motivi di riflessione. È il caso di Tu (non) sei il tuo lavoro, testo di Rosella Postorino, messo in scena con mano sicura da Sandro Mabellini. È un testo di agghiacciante verità e attualità, un quadro semplicemente disarmante della condizione umana e lavorativa. Una coppia, precaria lei, disoccupato lui: situazione ormai diffusa. Mille euro al mese, un contratto che è un ricatto, eppure la gioia, la felicità di sentirsi parte di un lavoro, di identificarsi con esso: per lei è tutto chiaro, la vita è lì, in quel posto strappato con le unghie e con i denti grazie a una sostituzione per maternità poi confermata. Ma c'è UN RISCHIO:CHE LUI SIA 'rimasto dentro'. È la gravidanza il pericolo, il terrore. In questo paese per vecchi, avere un figlio è una colpa, una disgrazia, una giusta causa di licenziamento senza nemmeno un ringraziamento. Parole tabù: maternità, pensione, previdenza, tempo indeterminato... Chi le pronuncia più? È la tragedia del contemporaneo: vite obbligate alla marginalità, nonostante studi universitari, master, specializzazioni. Il sogno è quello di tornare alla casa di origine, dai genitori, di fuggire in provincia, al mare, di lasciare la metropoli e abbandonare sogni di gloria e frustrazioni. “Io non sono il mio lavoro”, rivendica lui, con un impeto d' ORGOGLIO:ANCHE PERCHÉ IL LAVORO NON CE L 'ha, lo insegue, lo sogna, ma non lo trova. E se solo riuscisse a svicolare da quell' INCUBO, DA QUELL 'ostinato obbligo di impiegarsi, allora forse potrebbe davvero tornare ad essere se stesso, un uomo. Magari di fronte al mare: a quel mare che Camus sognava come libertà. Il testo della Postorino, dunque, sembra nascere quasi dal di dentro: sguardo attraverso una generazione senza futuro e senza presente. In scena i due attori sono bravi e commoventi nella loro semplicità: senza orpelli o fronzoli sono là, a testimoniare il declino di una intera generazione, schiacciata da una vita che vita non è. “Macelleria sociale”, dicono alcuni. Ma qui è già stato macinato tutto
Andrea Porcheddu

Biografia:

ROSELLA POSTORINO è autrice di romanzi. Collabora tra gli altri con Einaudi e Feltrinelli. Al suo attivo le opere La stanza di sopra, l’estate che perdemmo Dio, Il corpo docile, Tutti giù per aria. Col il romanzo Le assaggiatrici (Feltrinelli, 2018) vince tra gli altri il Premio Campiello, il Premio Pozzale, il Premio Rapallo, il Premio Vigevano, il Premio Chianti, il Premio Sognalib(e)ro, il Prix Jean-Monnet (Francia). Il romanzo è attualmente tradotto in più di trentadue lingue.
SANDRO MABELLINI è regista fra l’Italia e il Belgio. Si diploma come attore alla Scuola di Teatro di Bologna; si perfeziona come regista con Luca Ronconi al Centro Teatrale Santa Cristina; come performer con la Societas di Romeo Castellucci; come attore con Ariane Mnouckine e il Théâtre du Soleil. Si specializza come regista sugli autori contemporanei, tra cui: Wajdi Mouawad, Joël Pommerat, Pascal Rambert, Jon Fosse, Davide Carnevali, Martin Crimp, Patrick Marber, Philip Ridley, Dennis Kelly. Vince il Premio di produzione al Napoli Teatro Festival con Tu (non) sei il tuo lavoro, di Rosella Postorino, e con Casa di bambola di Emanuele Aldrovandi; vince inoltre il Premio di produzione ai Teatri del Sacro con Stava la madre di Angela Dematté. Dirige Francesco Scianna e Lucia Mascino nel Il gabbiano di Martin Crimp; Valentina Lodovini in Tutta casa, letto e chiesa di Dario Fo e Franca Rame; Alessandro Benvenuti e Chiara Caselli ne I Separabili di Fabrice Melquiot.
FRANCESCO PATANÈ è attore. Si diploma alla Scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova. Nel 2020 esordisce al cinema come co-protagonista (con Sergio Castellitto) nel film Il cattivo poeta, ispirato alla figura di D’Annunzio. Per la sua interpretazione ottiene la Candidatura ai Nastri D’Argento come miglior attore esordiente. Nel 2022 è protagonista insieme a Elodie del film Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa, film presentato nella sezione Orizzonti del Festival del Cinema di Venezia.
MARIA LOMURNO è una giovane attrice. Lavora come protagonista in svariate produzioni teatrali dirette tra gli altri da Giancarlo Fares, Graziano Piazza, Francesco Polizzi. Nel 2022 è candidata al Premio Hystrio alla Vocazione come miglior attrice giovane.